Punto di pareggio. Calcolarlo in 3 mosse | QUESTIONE DI NUMERI

Nel precedente articolo “Margine di contribuzione. Cos’è e come calcolarlo.” abbiamo imparato a calcolare il margine di contribuzione un indice che chiunque possieda un’azienda deve assolutamente conoscere. Abbiamo visto anche che a seconda se il margine di contribuzione è superiore o inferiore ai costi fissi potremmo avere o un guadagno o una perdita.

In questo articolo scoprirai come non finire con i conti in rosso e imparerai a calcolare il fatturato minimo della tua attività che devi necessariamente realizzare affinché possa sostenere serenamente tutti i costi aziendali senza correre il rischio di ritrovarti con la coperta corta e con problemi finanziari.

Pertanto se non sai qual’è il fatturato minimo al di sotto del quale non dovresti mai scendere è da qui che devi partire calcolando quello che viene definito il Punto di Pareggio conosciuto anche con il nome inglese di Break Even Point che esprime la perfetta uguaglianza tra i ricavi e i costi della tua azienda.

Quando i ricavi complessivi sono uguali ai costi totali si dice che l’impresa si trova in equilibrio economico, cioè che non sta guadagnando nulla ma che non sta neppure perdendo nulla.

Il Punto di Pareggio, a seconda dei casi, può essere visto come quel livello di fatturato che consente ad un’impresa di coprire tutti i propri costi (fissi e variabili) oppure quel livello di prodotti/servizi che si deve vendere per coprire tutte le spese aziendali.

Quindi le domande che dovresti porti sono 2:

  1. Quanto devo fatturare per coprire tutte le mie spese, fisse e variabili?
  2. Oppure, quanti prodotti o servizi devo vendere per coprire tutti i costi?

Te lo voglio spiegare bene con un esempio di un’azienda mono prodotto, cioè che vende un solo prodotto o servizio.

Supponiamo, per semplicità, che il prezzo di vendita sia pari a 100€ ed il costo variabile relativo allo stesso prodotto o servizio ammonti a 40€. Il margine di contribuzione unitario è pertanto di 60€ (100€ – 40€).

Calcolare il Punto di Pareggio - Margine di Contribuzione

Se i costi fissi totali ammontano a 150.000€, qual è la quantità minima da vendere per ottenere il punto di pareggio?

Dividendo i costi fissi di 150.000€ per il margine di contribuzione unitario di 60€ si ottiene 2.500, che rappresenta il valore della quantità minima da vendere.

Quantità Minima da vendere - Calcolare il Punto di Pareggio

Pertanto:

  • se si vendono meno di 2.500 prodotti o servizi si è in perdita;
  • se si vendono 2.500 prodotti o servizi si è in pareggio;
  • se si vendono più di 2.500 prodotti o servizi si inizia a guadagnare.
Quantità da vendere - Calcolare il Punto di Pareggio

In conclusione, per conoscere il fatturato minimo che consente di ottenere il Punto di Pareggio, che è pari a 250.000€, basta moltiplicare il numero di prodotti o servizi, cioè 2.500, per il prezzo di vendita unitario pari a 100€.

Fatturato Minimo - Calcolare il Punto di Pareggio

Naturalmente, l’obiettivo finale di ogni artigiano e commerciante non è quello di raggiungere il punto di pareggio, bensì quello di guadagnare.

Tuttavia, conoscere preventivamente il punto di pareggio, e quindi il fatturato minimo da realizzare annualmente, consentirebbe al titolare dell’azienda di non gestire al buio la sua attività e di programmare in modo consapevole le azioni da compiere per non finire con i conti in rosso ma per ottenere invece un meritato guadagno.

Non perdere tempo, la tua azienda ha bisogno di te. Adesso!

Nel prossimo articolo “Come e quando si guadagna!” ti parlerò appunto del guadagno, o come viene tecnicamente definito utile, e delle 4 principali variabili che lo determinano.

Dott. Giorgio Petrucci

Dott. Giorgio Petrucci

CONSULENTE D’IMPRESA

Sono Giorgio Petrucci e per più di 20 anni ho svolto la professione di commercialista in modo tradizionale. Ma ad un certo punto della mia carriera, mi sono reso conto che agli artigiani e ai commercianti non bastava più sapere soltanto le tasse da pagare, ma avevano bisogno di qualcosa in più.

Per questo motivo, ho smesso di occuparmi direttamente dei classici adempimenti contabili e fiscali, delegandoli al mio team e mi sono specializzato nella consulenza direzionale, un’attività, finalizzata a fornire le tecniche, le strategie e le conoscenze indispensabili per gestire bene qualsiasi business.